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Torre dell'orologio Spongano

La Torre dell'Orologio 

La torre dell'Orologio , già "Sedile" e poi "Palazzo Podestarile", venne eretta nel 1768 con la funzione di Sedile, luogo  in cui i rappresentanti della comunità potevano riunirsi per discutere gli affari pubblici. L'inserzione dell'Orologio pubblico e del piccolo campanile a vela, accompagnati ed incorniciati da partiti decorativi tipici del lessico tardo-barocco salentino, determina l'articolazione di una "quinta stradale" che qualifica lo spazio urbano circostante. L'edificio è costruito in pietra leccese ed è abbellito esternamente da una nicchia centinata posta all'altezza del piano nobile, entro cui è collocata una statua lapidea dell'Immacolata e due lesene lisce, che poggiano su peducci scolpiti situati simmetricamente ai lati della nicchia sino al coronamento dell'edificio, dove trovano una organica conclusione nella trabeazione modanata.

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Chiesa Madre di S.Giorgio

La Chiesa Madre di San Giorgio fu edificata nel 1771 sul posto di un edificio precedente. Originariamente comprendeva solo la navata centrale mentre le due navate laterali furono aggiunte verso la metà dell’Ottocento (la navata di destra fu costruita con il contributo dalla popolazione di Spongano, mentre la navata di sinistra dal Barone Bacile di Castiglione).

Presenta una sobria facciata in pietra leccese.

L’interno, a tre navate, conserva nella navata sinistra gli altari della Sacra Famiglia, di Santa Vittoria e il battistero in marmo pregiato; nella navata destra gli altari della Madonna del Rosario, di Sant’Antonio da Padova, della Madonna del Buon Consiglio (una volta era la Santa Patrona di Spongano) e del Sacramento. La zona absidale, di forma poligonale, è interamente adorna di stucchi ed è occupata dall’altare maggiore delimitato da una balaustra in ferro. L’abside è, in più, arredato da due acquasantiere, da un pulpito in legno e da un Coro in noce intarsiato del 1975. L’edificio conserva anche le statue di San Giorgio e di Santa Vittoria, rispettivamente titolare e patrona della parrocchia.

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Calvario Spongan
Chiesa madre di S. Giorgio Spongano

Calvario

Il Calvario è stato edificato sui resti di una vecchia cappella dedicata a Santa Marina. Sorge su una zona trapezoidale recintata da un muro intervallato da una serie di piccole colonne in pietra leccese: è formato da una cappella, da una cupola e da una piccola costruzione sormontata da una croce in ferro. La cappella, costruita nel 1911, ha base rettangolare, aula unica con volta a botte: ospita un altare in pietra, su cui è collocata la statua del Cuore di Gesù.

Di fronte alla cappella si erge la cupola in pietra leccese. La base è costituita da quattro piattaforme circolari concentriche che fungono da scalini. Sull’ultima piattaforma s’innalzano otto colonne cilindriche sormontate da una cintura coronica a sua volta sormontata dalla cupola a forma di fungo, sulla cui sommità si erge una guglia a fungo rovesciato, un tempo sormontata da una croce. All’interno della cupola s’innalza una particolare costruzione a base ottagonale alla cui sommità di altrettante colonne quadrangolari addossate al ceppo centrale. Sulle facciate esterne delle predette colonne sono incisi dei versi in latino. Il Calvario di Spongano ha una struttura unica nel suo genere, progettata e voluta dall’illustre architetto Filippo Bacile di Castiglione.

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Le Sterne Nove

Serbatoi di acqua piovana per uso civico convogliata dal tetto della chiesa Matrice ad uso dell'intera popolazione fino agli anni '50 ( sec.XIX). L’approvvigionamento idrico è sempre avvenuto attraverso i pozzi, che attingevano dalle falde acquifere naturali, formatesi in corrispondenza di stati impermeabili. L’acqua meteorica intacca lentamente da roccia calcarea, sia in superficie, sia infiltrandosi nel reticolo, fino a dar luogo, nell’arco di migliaia di anni, a veri e propri condotti di dimensioni variabili, che penetrano nel sottosuolo. Questo aspetto del territorio ha determinato l’aggregazione  di comunità locali in prossimità di falde acquifere dalle quali era possibile attingere l’acqua con facilità. Tuttavia in alcuni periodi di forte siccità è stato necessario sfruttare fino all’ultima goccia l’acqua piovana.

Nella torrida estate del 1880, il consiglio comunale di Spongano deliberò la costruzione di questi grandi serbatoi: una grande cisterna pubblica con due bocche, da edificarsi entro la primavera del 1881. Lo scopo era raccogliere le acque piovane dal solaio della Chiesa Madre di San Giorgio, al riparo quindi da terra e detriti, per destinarle a un uso potabile, grazie anche alla presenza di due depositi con pozzetti presenti lungo via Chiesa, oggi ormai chiusi, con la funzione di filtrare l’acqua prima che raggiunga il livello superiore. Il progetto fu realizzato  e la comunità sponganese ebbe la possibilità di attingere l’acqua una volta al giorno, sotto l’attento controllo degli addetti alla sorveglianza, dipendenti dalla municipalità locale.

Le sterne nove Spongano
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Palazzo Bacile ipogeo Spongano

Palazzo Bacile

Il grande Palazzo Bacile di Castiglione a Spongano risale al sedicesimo secolo, nato sotto forma di castello e poi riconvertito a dimora padronale. Il secondo piano risale invece alla seconda metà dell’Ottocento, quando il proprietario, il barone Filippo Bacile di Castiglione, volle estenderne gli spazi originari al fine di alloggiarvi i suoi quattordici figli.

 

Notevole il portale settecentesco tardo-barocco, il balcone con quattro arcate e le stanze del piano nobile, con voltate a crociera e a padiglione. Il palazzo ospita ancora l’antica biblioteca del barone, e negli scantinati si trova anche un frantoio ipogeo.

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Le Panare

Alla vigilia del martirologio cristiano di Santa Vittoria, il 22 dicembre, si svolge una festa detta delle "Panare" (ceste di canna e virgulti di ulivo riempite di sansa e addobbate con palme, edera e altri abbellimenti combustibili) che nasce come festa dei frantoi e non ha un riferimento con la patrona anche se sulla gran parte delle panare viene posto un ritratto della stessa. Il tradizionale corteo delle "Panare" comincia nel primo pomeriggio e, al termine dello stesso, tali ceste vengono lasciate bruciare lentamente tutta la notte in un'area comune. La festa continua con musiche popolari e distribuzione di cibo tradizionale. Tradizione vuole che il bruciare questi cesti simboleggi il rogo del sacrificio di Santa Vittoria. Questo secondo le credenze popolari del luogo, in quanto la Santa morì per mano di Taliarco, un commissario che cercò di convincerla ad adorare la Dea Dea Diana. Al rifiuto della Santa la trafisse con una spada il 18 dicembre del 253, e seppellita dai cittadini di Trebula Mutuesca (oggi Monteleone Sabino) il 23 dicembre dello stesso anno.

Le Panare Spongano

Festa Patronale

Festa patronale Santa Vittoria Spongano

Protettrice cittadina è Santa Vittoria, festeggiata l'8 agosto e il 23 dicembre. Il protettorato fu introdotto nella seconda metà del XVII secolo con l'arrivo a Spongano della famiglia del barone Bacile, proveniente dalle Marche, dove la devozione per la Santa era molto sentita. Bellissima fanciulla romana, di nobili origini, visse nel III secolo donando la sua verginità al Signore e i suoi averi ai poveri, dopo la sua conversione religiosa. Secondo la leggenda, la Santa dovette, in vita, affrontare molte insidie fra cui quelle di draghi, di bestie feroci e altre, rimanendone indenne sì da convertire il proprio fidanzato, nobile pagano. Fu decapitata insieme al fratello Acisclo a Cordova, città spagnola di cui sono patroni, vittime delle persecuzioni di Diocleziano. È convinzione dei fedeli sponganesi che la Santa preservi il paese dalla grandine, ricordando quanto avvenne verso la fine dell'Ottocento quando, per sua intercessione, una violenta grandinata distrusse i raccolti delle campagne limitrofe, lasciando indenne quella di Spongano. La Sacra Congregazione dei Riti, sotto il Papa Urbano VIII, il 21 febbraio 1767 aveva già concesso di festeggiare la Santa nella seconda domenica di agosto. Attualmente i solenni festeggiamenti in onore della Santa si svolgono dal 7 al 9 agosto e prevedono l'esibizione di concerti bandistici e musicali, l'addobbo delle piazze e strade della cittadina con le caratteristiche luminarie e spettacoli di fuochi pirotecnici. Il culmine dei festeggiamenti si raggiunge l'8 agosto. Negli anni successivi venne anche avanzata la richiesta di poter festeggiare la Santa anche il 23 dicembre data indicata dal martirologio cristiano, e il 3 agosto 1785 il Vescovo di Castro Agostino Gorgoni acconsentì a tale richiesta.

Festa della Granita

La festa della granita è una manifestazione che la proloco fa ogni anno per i bambini ma anche per gli adulti.

Viene distribuita granita gratis e i gusti possono variare: menta, amarena, orzata, limone ecc..

Successivamente nella serata si esibisce un gruppo musicale scelto dall'ente.

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Lo Spumone

Spumone Spongano

Il gelato mantecato, freschezza tutta nostrana, vanta origini antiche, rigorosamente meridionali, divise tra la Sicilia, la Campania e la Puglia. Comunemente si dice che sia stato un siciliano ad inventarlo alla fine del XVII secolo, e una delle sue interpretazioni è rappresentata da questa sorta di tortino monoporzione a più gusti, confezionato nella caratteristica forma a cupoletta, stagionato in frigo per fargli assumere una consistenza piuttosto dura all’esterno, ma che racchiude un cuore morbido a base di pan di Spagna affogato in una bagna alcolica. Non esiste una vera e propria ricetta, perché ogni mastro pasticciere ha la sua, ma diversi possono essere i gusti del gelato e i più utilizzati sono sicuramente la nocciola e il cioccolato, che si sposano molto bene con il liquore del ripieno. Nella zona di Leccedove la sua produzione è particolarmente diffusa, le rivisitazioni moderne vantano forme quadrate, cilindriche con all’interno frutta secca, canditi, caramello o scaglie di cioccolato. 

E a proposito di tradizioni, a Spongano lo spumone è quello di Totò. Siamo nell’entroterra del basso Salento, in un borgo molto caratteristico e ricco di tipicità e di racconti. Nella piazza centrale si trova il Bar Vittoria, storico locale del paese famoso per la lavorazione artigianale di questo delizioso gelato. La famiglia Alemanno lo produce sin dal 1950, ed ora sono i figli di Totò, Umberto e Fausto a portare avanti il suo laboratorio. A dire il vero quello di Totò è particolare, un po’ diverso rispetto agli altri spumoni classici, che molti considerano unico: ciò che fa la differenza è una dolce spuma bianca all’esterno, che non indurisce nel freezer e la cui ricetta viene mantenuta segreta. Un “fuori tradizione” è rappresentato anche dal ripieno delle versioni al pistacchio e al cioccolato fondente, nei quali viene inserito il croccantino, mentre negli altri gusti permane quello del pan di Spagna imbevuto di liquore Strega e canditi.

Il Bar Vittoria propone anche altre specialità, dai bellissimi Minou, bocconcini “un po’ gelato un po’ bijoux”, ai sorbetti senza lattosio. L’anno scorso molto apprezzato è stato quello al fico d’india e fichi, mentre la novità dell’estate 2017 sarà, in anteprima, quello al finocchietto e zenzero.

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Spumone Spongano

Sono il polmone verde di Spongano, una distesa di ulivi secolari sulla serra che da Spongano scivola verso Castiglione d'Otranto.Si racconta che proprio qui trovarono rifugio i profughi provenienti da Vaste o da Castro che fondarono poi la cittadina di Spongano.

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